Ecco i “capolavori” di arte contemporanea apparsi qualche giorno fa a Cornigliano lungo l’antica via ‘romana’ (romanica) che noi di Italia Nostra ci prodigammo per far riscoprire nel 2015 con un riuscitissimo weekend di apertura delle ville storiche di Cornigliano organizzato insieme alla neonata Ascovil, l’associazione che raggruppa appunto le ville storiche del quartiere.
Questo deplorevole deturpamento, segnalato in uno sdegnato post di Riccardo Ottonelli, direttore (editoriale, ndr) della rivista Il Corniglianese con cui la nostra associazione entrò in contatto proprio in occasione della succitata iniziativa del 2015, è tutt’altro che un’innocente veniale espressione folcloristica di tifo calcistico, ma uno scempio barbarico che denota il grave degrado culturale in cui versa la società in questa città in declino estetico e civico, bisognosa di una forte scossa tanto nei suoi vertici che nella coscienza popolare.
Prova ne sia la sconcertate quantità, fra i commenti allo sconfortato e desolato post di Ottonelli, di quelli che, lungi dall’esprimere sdegno e riprovazione per questi raccapriccianti inaccettabili sfregi vandalici, al contrario manifestavano un festoso e sguaiato plauso allo scellerato gesto degli imbrattatori, con becero compiacimento da bar sport.
Registriamo quindi un preoccupante crollo generale della percezione del degrado, come dimostra il fatto che ormai questi sfregi estetici multicolori dilagano ovunque in questa città: ce ne sono dappertutto, dei colori di entrambe le squadre di calcio cittadine, e si moltiplicano in modo incontrollato su muraglioni, scalinate, cavalcavia, ringhiere, cartelli stradali, persino su quei bei paletti verdi sormontati da una pigna che caratterizzano da decenni l’estetica urbana genovese e che hanno la funzione di elegante barriera all’accesso dei mezzi a motore nelle zone pedonali.
Si nota peraltro che questa forma di espressione incivile, rozza, tribale, primitiva e strapaesana del tifo calcistico, che rovina la fragile e delicata bellezza della città, è diffusa con questa ossessiva capillarità solo a Genova in tutto il Centro-Nord d’Italia.
Nessuna coscienza del bene comune, nessuna anche rudimentale educazione estetica, nessuna cura per il decoro urbano fanno sì che questa inarginabile ignoranza straripi ovunque senza alcuna riprovazione sociale, senza alcuna sanzione di un’autorità assente, omissiva, ignava e quindi complice. Impensabile solo pochi decenni fa, segno di deriva culturale gravissima che va fieramente contrastata.
Dobbiamo esecrare questa deriva senza paura di affermare che non è minimamente accettabile, e che la polizia municipale o chi per essa deve vigliare e, se coglie in flagrante gli imbrattatori, severamente sanzionare.