CONVENTO DEI CAPPUCCINI DI CAMPI SEC. XVII CAMPI (Cornigliano Ligure)
Costruito nel seicento fu ingrandito ed arricchito nel 1828 dal marchese Alessandro Pallavicini. La costruzione del convento di Campi fu decisa dalla Provincia di Genova dei Frati Minori Cappuccini nel 1610. L’edificio fu realizzato a partire dal 1621 grazie a una donazione di Oliviero de Marini e fu intitolato alle Sacre Stimmate di S. Francesco. Nel 1629 vi fu stabilito lo Studio di Filosofia e Teologia. Nel 1655 fu consacrata la chiesa da monsignor Francesco de Marini, vescovo di Albenga. Nel 1714 Gio Batta Saluzzo donò una sorgente d’acqua, che fu più volte oggetto di rivendicazioni, in particolare nel corso del sec. XIX da parte di Filippo Barabino. Durante il periodo napoleonico, il 17 ottobre del 1810 il convento fu chiuso e poté essere riaperto solo il 9 ottobre 1815. Nel 1826 l’edificio fu ampliato grazie alla munificenza di Alessandro Pallavicini. Nel 1855 la marchesa Francesca Brignole Balbi lo acquistò per evitarne l’incameramento da parte dello Stato. Nel mese di settembre del 1893, a seguito di una disposizione del Ministro Generale Bernardo da Andermatt concernente il riordinamento dei Seminari Serafici, fu trasferito presso il convento di Campi il Seminario di Loano, che era stato istituito nell’agosto 1879. Il 30 aprile 1925 il Definitorio provinciale stabilì la divisione del Seminario Serafico di Campi. In seguito a questa determinazione, il giorno 11 ottobre 1925 ventisette giovani con due maestri, furono trasferiti a Finalmarina, ove si costituì un nuovo collegio, sotto la direzione di padre Angelo da Genova. Nel 1941 il Seminario di Campi fu chiuso a causa di un bombardamento navale. Nel dopoguerra in quell’area sorsero numerosi stabilimenti industriali, che compromisero la salubrità del sito, per questo motivo il Seminario fu chiuso definitivamente. Negli anni di attività vi furono complessivamente 1074 ingressi. Nel 1947-1949, su richiesta della sezione genovese della Pontificia commissione di assistenza “Auxilium”, nel convento furono ospitati circa cento profughi istriani, dipendenti della Manifattura Tabacchi con le rispettive famiglie.
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