Gli affreschi delle ville corniglianesi tra ‘500 e ‘600 di Lorenzo Bisio, storico dell’arte
Il sistema dei palazzi di villa di Cornigliano, da anni inseriti nel circuito della rassegna dei Rolli Days, rappresenta l’orgoglio e il vanto della nostra ex delegazione.
La loro presenza è il segno tangibile di un illustre passato, non unicamente in termini urbanistici, ma costituiscono la matrice dell’attuale Cornigliano nonostante i molteplici mutamenti avvenuti nel corso dell’ultimo secolo.
Per una completa rinascita di Cornigliano occorre interiorizzare questa origine del quartiere, quanto si può conoscere di noi stessi se non si conoscono le proprie origini? Quanto ci si può spingere nel futuro senza questa conoscenza fondamentale?
Molti vedendo questi palazzi diranno che ci sono sempre stati, qualche conoscente ci sarà vissuto anche in uno degli appartamenti, oppure che sono solo vestigia di un passato nel quale persone molto abbienti vivevano una vita dorata, lontana da una quotidianità piuttosto semplice e di basso livello – stigmatizzando questi monumenti come non necessari alla vita di tutti i giorni e per cui facilmente sacrificabili occorresse spazio edificabile.
Sfortunatamente questo genere di discorsi non sembra valere oggigiorno per il centro storico di Genova a detta di molti, i cui palazzi ed edifici sono rinomati come un più che indispensabile patrimonio da preservare (a ragione).
Perché allora questo genere di discorsi non vale anche, nella sua totalità, per gli edifici storici degli altri municipi?
Per un percorso di valorizzazione del territorio e dei territori deve instaurarsi un costruttivo dialogo tra discipline storico-artistiche, naturalistiche, architettonico-urbanistiche, sociali ed economiche che devono giungere, attraverso a mirati sistemi di comunicazione, a una divulgazione condivisa di questo sapere.
Questa è una delle missioni dal punto di vista culturale che Il Corniglianese portaavanti.
Si è vista a questo motivo la necessità di focalizzarsi su un aspetto poco evidenziato parlando dei palazzi di villa ossia le decorazioni ad affresco.
Questi edifici vennero progettati, realizzati e decorati per volontà degli stessi committenti e proprietari dei palazzi del centro storico, che in riviera avevano la loro residenza di villeggiatura, usufruendo dell’Opera degli stessi artisti ed architetti dei loro palazzi di città.
Anche nelle ville corniglianesi, pertanto, tra XVI e XVII secolo vi furono delle campagne decorative che coinvolsero sia gli spazi interni che le facciate di queste dimore e al giorno d’oggi qualche traccia è ancora rimasta.
Villa Spinola-Narisano, attualmente sede del centro civico, edificata dall’architetto Giovanni Ponzello (molto attivo nei cantieri di Strada Nuova ndr.) per Paolo Spinola nel 1563, vide l’intervento sulle facciate esterne dell’artista Ottavio Semino che realizzò a chiaroscuro una decorazione -perduta – in base al modello della villa Spinola di San Pietro a Sampierdarena.
Al piano nobile però sono riscontrabili in due saloni degli affreschi sulle volte ancora ben leggibili, seppure presentino tracce di ridipinture e alterazioni, raffiguranti i temi mitici del “Ratto di Europa” e “Apollo e Dafne” tratti dalle Metamorfosi di Ovidio, entro una decorazione a grottesche romane realizzati a partire dal 1563 dal pittore Alessandro Brignole in base all’atto notarile di commissione, probabilmente legato alla bottega dei più noti Lazzaro e Pantaleo Calvi.
Villa Spinola-Canepa o Spinola-Balbases, sede di associazioni, in alcune sale attigue del piano nobile presenta un ciclo di affreschi dell’ultimo quarto del XVI secolo attribuibili stilisticamente alla bottega dei Calvi, sempre tratti da Ovidio raffiguranti il “Ratto di Proserpina” e “Diana e Callisto” entro decorazioni a grottesche, mentre nelle lunette sono raffigurati paesaggi urbani, di villa e palazzi.
Villa Gentile-Bickley, sede della Biblioteca Civica Guerrazzi, sono visibili tracce delle più antiche decorazioni interne dell’edificio, risalenti alla fase cinquecentesca e a quella seicentesca, preziosamente delimitate da mosse cornici in stucco roccaille in modo tale da integrarle nell’impianto decorativo: si tratta del salone ove alle pareti sono presenti i resti di due grandi dipinti raffiguranti “dei paesaggi montani, proprietà dei Gentile” e quelli sulla volta del contiguo salotto, realizzati dal pittore Andrea Ansaldo tra il 1625 e il 1630, rappresentano il tema eroico di Orazio Coclite che respinge gli Etruschi sul ponte Sublicio.
Ciò che più colpisce riguardo le decorazioni del palazzo è come si sia potuta armonizzare la grandiosa spazialità tipica del gusto barocco, ben visibile negli affreschi dell’Ansaldo, con l’impianto decorativo rocaille, cosa non sempre riscontrabile.
Fonti:
De Negri E., Tassara F. Facco M. T., Antoola M., Cornigliano Città di Ville, Sagep Editori, Genova, 2016
Borniotto V., Per una lettura iconografica degli affreschi cinque-seicenteschi delle ville di Cornigliano, in Tassara F., Le ville di Cornigliano tra Quattro e Settecento, Quaderni Franzoniani, Genova, 2022