Museo dell’acciaio
A che punto siamo?

ilCorniglianeseNewsRiqualificazione

 “Il nuovo Museo dell’Acciaio sarà a Villa Serra di Cornigliano e ospiterà laboratori e simulatori per la saldatura sul carro ponte per la formazione di giovani genovesi che vogliano trovare uno sbocco occupazionale nel comparto della grande industria. (Quale?, ndr)” Almeno così recitava il Comunicato stampa del Comune di Genova in base a quanto emerso durante la commissione VI convocata il             1 marzo 2023 per illustrare e per poi deliberare successivamente a maggioranza in Consiglio Comunale l’adesione ufficiale del Comune di Genova come socio fondatore della costituenda “Fondazione Museo dell’Acciaio” con quota parte di € 30mila su preciso input del Sindaco. Il museo, a nostro giudizio una palese e brutta copia della splendida “Fondazione Ansaldo”poco distante, è da subito visto male dalla grande maggioranza dei corniglianesi che serbano dell’acciaio un brutto ricordo di inquinamento, malattie e lutti. Il grafico che segue riporta l’indice di mortalità maschile e femminile nel periodo 2009/2020 in 25 quartieri genovesi. Cornigliano ha il triste primato.   

  

Chi pensa che la celebrazione dell’acciaio attraverso un museo doveva diventare una pietra miliare della storia della nostra città per la ricaduta economica e occupazionale che la siderurgia ha avuto sul nostro territorio, ha memoria corta delle profonde mortali ferite inferte dalla lavorazione a caldo dell’acciaio a Cornigliano che qualunque riqualificazione difficilmente riuscirà mai a guarire.                Non la pensavano così i sostenitori del Museo che, ancora oggi alla ricerca di possibili e improbabili finanziatori sconcertati dalla crisi del comparto, lo ritengo tuttavia attrattivo per turisti e visitatori, ma anche un’occasione di rilancio del quartiere di Cornigliano e annunciavano la sua imminente apertura di cui siamo ancora in attesa.  A nulla sono quindi servite le proteste dei cittadini e le proposte per un destino diverso dell’immobile di Villa Serra prima fra tutte quella di un coinvolgimento dell’istituto alberghiero Bergese per trasformare la storica villa in luogo di qualificata e qualificante rappresentanza dell’istituto. Le condizioni attuali degli interni della villa e delle pertinenze circostanti  sono quelle  tristemente note a tutti i corniglianesi di un degrado continuo e inesorabile mentre la Fondazione museale, di cui l’Amministrazione fa parte, non esegue le manutenzioni che si era impegnata a fare. Questo è almeno quanto la stessa Amministrazione ci riferisce. Ben altre sono le attrazioni  che i corniglianesi chiedono a gran voce come ad esempio una scuola superiore; un incubatore per associazioni o per imprese; un Centro Civico Polivalente; una Casa della Salute (assente); un CUP e un Centro Prelievi chiusi anni fa perché (udite, udite) servivano solo 5000 utenti/anno, quel terzo di anziani corniglianesi costretti oggi a recarsi in Fiumara e a Sestri; un ufficio di Polizia Locale (assente); una Stazione di carabinieri (assente) o qualunque altra cosa che possa garantire un presidio civile e costante nel tempo.   A distanza di un anno dalla sua annunciata apertura, ogni giorno che passa, per l’ammaloramento dei prospetti rifatti nel 2012 e per l’opera vandalica di balordi impuniti che ogni giorno e notte ne violano le fragili recinzioni accanendosi su pavimentazioni marmoree, balaustre, arredi, ecc., facendo aumentare i costi per un recupero del prestigioso immobile, sarà sempre più difficile trovare i denari per costruire un museo che sono in pochi a volere.        In conclusione, prima che sia troppo tardi,  facciamo in modo che l’immobile torni ad avere quella funzione pubblica e sociale di un tempo erogando quei servizi di cui il nostro quartiere ha veramente bisogno e rechiamoci presso “Fondazione Ansaldo” quando ci verrà la voglia di conoscere nascita e morte della siderurgia sul nostro territorio.

 

 

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