Di Lorenzo Bisio storico dell’arte
Il perduto polittico quattrocentesco di Niccolò da Voltri
Raccontare il territorio, la sua storia, le sue risorse naturali e artistiche significa indagare oltre ciò che è attualmente presente o visibile.
Conoscere veramente un territorio, la sua storia e le sue ricchezze naturali e artistiche non significa solamente soffermarsi su ciò che è presente e visibile, ma spingersi ad acquisire notizie storiche, per mantenere la memoria attraverso le fonti documentarie di ciò che non c’è più.
É il caso che si riferisce alla chiesa parrocchiale di Sant’Olcese, in Val Polcevera, che può portare a una riflessione riguardo al passato e alle opere andate perdute.
Grazie agli studi d’archivio dell’erudito Federigo Alizeri e alla sua opera “Notizie dei professori del disegno liguri dalla fondazione dell’Accademia Ligustica di Belle Arti ai giorni nostri” del 1870, abbiamo notizie di un’opera, perduta, che faceva parte del patrimonio artistico e devozionale di questa chiesa, dedicata proprio a Sant’Olcese.
Siamo così a conoscenza dell’esistenza di un polittico realizzato nel 1417 dal pittore ligure Nicolò da Voltri (not. 1394 – 1417) che doveva raffigurare, in base alle notizie riportate nel contratto di commissione “…imagine Sancti Ulcixii et aliis sanctis” ossia il Santo titolare della chiesa e altri santi non specificati.
La titolazione a questo santo vescovo del V secolo è dovuta al fatto che l’edificio conserva le sue reliquie, oggetto di grande devozione locale già alla fondazione della chiesa, avvenuta attorno al VII secolo.
Tramite l’Alizeri ci è pervenuto l’atto notarile del dipinto, che venne redatto il giorno 8 marzo 1417 dal notaio Lorenzo Villa di Rapallo, nella bottega del pittore, che era sita sotto il palazzo dell’Arcivescovato di Genova, in esso vi sono riportati i nomi, oltre a quello del pittore stesso (Nicolaus de Vulturo pictor civis janue) e dei testimoni presenti, anche dei committenti “Batholomeus Zerbarinus de Vico Moracio” e “Petrus de Thuberga de Sancto Ulcixis” massari della chiesa di “Sanctii Ulcixii de Pulcifera”.
Questi promettono un compenso di 35 lire genovesi per la realizzazione dell’opera entro il maggio successivo, che doveva essere di ottima fattura nella struttura, nei colori e nell’uso dell’oro per lo sfondo e ne stabiliva le misure “latitudinis parnorum septem” ossia circa 185 centimetri di base con predella al di sotto.
Il documento sopraccitato rappresenta l’ultima testimonianza sulla vita e sulle opere del pittore, pertanto il perduto polittico di Sant’Olcese rappresenterebbe un’opera della maturità dell’artista, la fama del quale portò la comunità di Sant’Olcese ad affidargli l’opera più importante e rappresentativa della sua chiesa.
Sempre da notizie d’archivio sappiamo che Nicolò nel 1415 ricopriva già da due anni la carica di “Elettore dei Consoli dell’Arte per la riforma dello Statuto dei Pittori e degli Scudai”, titolo di rilievo se si pensa che dei ventuno pittori presenti nell’Arte, solo tre erano liguri.
La chiesa fu coinvolta nei secoli da tragiche vicissitudini storiche, incendi, saccheggi (l’ultimo dei quali quello degli austriaci del 1746, nell’ambito della Guerra di Successione Austriaca – 1740-1748) e da provvidenziali riedificazioni, ristrutturazioni e ampliamenti che testimoniano la cura della popolazione per la chiesa e la devozione alle reliquie del Santo eponimo che conserva.
É molto probabile che il polittico di Nicolò da Voltri sia andato perduto in seguito a questi eventi nefasti.
Comunque, per poter farci un’idea di come potesse essere il polittico, abbiamo altre sue opere che ci permettono di mantenere viva la memoria del patrimonio artistico regionale e locale; queste opere, sparse per la Liguria, sono tuttora visionabili e probabilmente simili a quella perduta.
Un esempio illustre dell’opera di Nicolò da Voltri è visibile presso i Musei Vaticani: è il polittico dell’Annunciazione, firmato e datato 1401, originariamente collocato nella basilica di Santa Maria delle Vigne a Genova.
Altro esempio è possibile vedere nel Museo genovese di Sant’Agostino: si tratta della ricomposizione del precedentemente smembrato Polittico di San Colombano, realizzato da Nicolò per l’omonima chiesa genovese, andata distrutta per i bombardamenti della seconda guerra mondiale; tale polittico appartiene alla prima maturità dell’artista, ancora influenzato stilisticamente dal suo maestro, il toscano Taddeo di Bartolo, molto attivo nella Genova di quel tempo.
Bibliografia per gli appassionati:
- ALGERI, DE FLORIANI, La pittura in Liguria, il Quattrocento, Gruppo Carige Cassa di Risparmio di Genova e Imperia, Genova, 1991
- AA.VV., La pittura a Genova e in Liguria, primo volume dagli inizi al Cinquecento, Sagep Libri & Comunicazione, Genova, 1998
- TAGLIAFERRO, Il dipinto e il suo rovescio: proposta di lettura per dipinti a supporto ligneo della Galleria di Palazzo Bianco, Comune di Genova, Assessorato alle Instituzioni e Attività Culturali Servizio Beni Culturali, 1991
Immagine di copertina:
Nicolò da Voltri (not. 1394 al 1417)- S. Colombano in trono tra i ss. Bernardo, Giovanni Battista, Pietro e Benedetto, particolare della tavola centrale e degli scomparti laterali. Fonte Archivio Lorenzo B.
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