VILLA IMPERIALE CASANOVA SEC. XVI CAMPI (Cornigliano Ligure)
Costruita tra il 1560 e il 1580 fu palazzo di grande importanza di cui esiste dettagliata illustrazione ottocentesca realizzata dal Gauthier.
Villa Imperiale Casanova a Campi, un monumento da conoscere e valorizzare. Di Lorenzo Bisio storico dell’arte
Passando oggi a Campi tra Corso Perrone e via Renata Bianchi, all’altezza della piazza con al centro la pressa dell’Ansaldo, è possibile vedere alle pendici della collina di Coronata un edificio molto particolare, diverso rispetto al panorama industriale nel quale è collocato.
Villa Imperiale Casanova, nonostante il suo stato di conservazione non ottimale mostra tracce della sua monumentalità e passata magnificenza.
Attraverso un rapido confronto tra le planimetrie vinzoniane del 1757 e 1775 (e di altre topografie storiche) con Google Earth si può notare come è mutato nel tempo il paesaggio circostante trasformando una località di villeggiatura a vocazione agricola ad importante polo industriale da inizio Ottocento fino al 1988 e all’attuale destinazione di tipo commerciale e del terziario avanzato.
Di questa sontuosa villa, nota a fine Settecento come proprietà del “principe di Sant’Angelo erede del Mag.co Gio Giacomo Imperiale”, è stata ipotizzata l’inizio di costruzione attorno al 1560-1580 e l’originario proprietario individuato in Giovanni Spinola, noto nelle fonti documentarie come possessore del più grande palazzo di Campi, nel quale il doge Nicolò Doria ricevette l’imperatrice Maria vedova di Massimiliano II d’Asburgo nel 1581.
Qui nell’ottobre 1799, ad una festa in occasione dello sbarco di Napoleone a Frejus (ndr. al ritorno dalla Campagna d’Egitto), il poeta Ugo Foscolo incontrò Luigia Pallavicini alla cui bellezza, dedicherà l’ode famosa: “A Luigia Pallavicini caduta da cavallo”.
Verso il 1830 la proprietà venne ceduta ai Casanova e a fine secolo, in seguito all’industrializzazione della bassa Val Polcevera, acquistata dall’Italsider subendo trasformazioni e l’aggiunta di un nuovo corpo a monte verso il 1950.
Notizie e immagini del grandioso impianto ambientale originario, nel quale era inserito il palazzo di villa, sono giunte ai giorni nostri grazie anche ai rilievi del Gauthier di inizio Ottocento, al catasto napoleonico e alla Carta generale della difesa di Genova del Porro della prima metà dell’Ottocento.
L’impianto altamente scenografico della proprietà era strutturato con un parco a fitte fasce alberate e giardini all’italiana nelle vicinanze del palazzo, procedenti lungo il pendio di Coronata per giungere la Strada per Campi posta alla sponda del Polcevera.
Il complesso villa-giardino-parco venne alterato già dai Casanova che tagliarono gli alberi per creare vigneti, inoltre l’apertura di corso Perrone, immediatamente al di sotto del palazzo, separò quest’ultimo dal resto della proprietà.
Infine l’imponente sviluppo industriale cui fu soggetta la zona trasformò ulteriormente ciò che restava del giardino con la creazione dei capannoni e gli impianti dell’Ansaldo.
Un’ultima traccia relativa al passato agricolo della villa è visibile in un edificio rustico situato nelle vicinanze.
Il palazzo si presenta come un grande volume di stampo alessiano a due logge, molto simile come concezione architettonica ai palazzi Podestà e Doria Tursi in Strada Nuova, tanto che venne ipotizzato l’intervento delle stesse maestranze ed architetti.
L’edificio venne realizzato tenendo conto della pendenza del terreno a fasce inserendolo in una sequenza di spazi simmetrici, dinamici che conferivano continuità e dialogo tra villa e giardino in un rapporto esterno-interno.
Gli imponenti prospetti del palazzo, a valle e a monte, attualmente non presentano decorazioni plastiche né tracce di affresco anche se non si esclude che in passato vi fossero.
La facciata principale, a valle, presenta un grande portale bugnato con timpano spezzato e stemma; al piano nobile si aprono sette finestroni balconati.
La villa è accessibile da un’ampia terrazza e si affaccia sul giardino sottostante, con peschiera, che termina con un ninfeo.
La facciata a monte è tripartita ed ha, nella parte centrale, più grande e sporgente, due grandi logge sovrapposte: quella del piano nobile presenta serliane in pietra di Finale, questa, era in origine collegata con una passerella al giardino superiore, mentre la loggia al pianterreno, dialogava con un altro ninfeo, ancora esistente ma in cattive condizioni conservative.
All’interno della villa si trovano bei portali in pietra nera di Promontorio, che nei mascheroni hanno una somiglianza con quelli di palazzo Doria Tursi dell’architetto Rocco Lurago e per questo si pensa che lo stesso abbia partecipato all’edificazione della villa.
Si auspica al più presto un intervento di restauro conservativo e, tramite campagne di sensibilizzazione dei cittadini del Municipio VI Medio Ponente, una maggiore accessibilità al palazzo mediante visite guidate.
Foto stato attuale tratte da sito del FAI: https://fondoambiente.it/luoghi/villa-imperiale-casanova?ldc
Tre screen shoot sullo stato attuale tratti da Google Earth
Due scansioni dei rilievi del Gauthier, una scansione dal Vinzoni del 1757, tratte da AA. VV., Le Ville del Genovesato – Il Ponente, Valenti Editore, Genova, 1986