Questa villa sita in via Cervetto, oggi “inglobata” tra i moderni caseggiati, viene descritta in poche righe da Gustavo Dufour nel suo libro del 1938 “Cornigliano Ligure dalla seconda metà del 1800 ai primi decenni del 1900”: “Palazzo già Musso a nord, ora delle Missionarie del Sacro Cuore il portico era ornato da un lambrino di maioliche, possedeva un gran quadro del Grechetto”.
Precisamente l’edificio è collocato in posizione parallela alla valletta del Fosso di Coronata tra le ville Spinola-Canepa e Adorno Carbone, il suo viale di accesso costeggiato da gelsi è ancora visibile e permette di riconoscere in parte l’antico lotto di pertinenza della proprietà.
Nel “Cattastro de Beni della Comune sotto la municipalità di Cornigliano” del 1798 la villa viene descritta come “un palazzo da villeggio composto di tre piani”, ma già all’inizio del Cinquecento doveva essere un edificio prestigioso ed importante poiché aveva uno scalone a due rampe con volte a crociera, arcate su lesene e un portico decorato da quel “lambrino di maioliche” (ndr. zoccolo, fascia di maioliche)citato dal Dufour.
Per quanto riguarda la torre nel documento della pratica di vincolo del 1935,questa viene descritta come “incorporata” all’edificio e dotata di bifore, portando in questo modo a dedurre un’origine ben più antica del palazzo di villa.
Un’approfondita storia dell’edificio è stata recentemente pubblicata nel libro “Le ville di Cornigliano tra Quattro e Settecento” di Filippo Tassara, presidente dell’Associazione Ascovil (Associazione per la tutela e la valorizzazione dei Palazzi di villa di Cornigliano) che dopo anni di studi presso gli archivi storici cittadini ha avuto una conferma delle preesistenze di questa proprietà tramite due atti notarili redatti nel 1319 e nel 1325.
La proprietà consisteva in una “terra con casa”, con vigne e “diversi sarboribus” e risultava essere di Francolina Gattilusio, figlia di Sorleone Gattiliuso e vedova di Moruelle Spinola, la quale concedeva al padre e alla sua famiglia l’usufrutto per avernein cambio il suo sostentamento.
Dal 1385 al 1535 circa la villa risulta appartenere alla famiglia Spinola, passa poi ai Pallavicino attorno al 1551 fino al 1620 quando viene venduta ai Raggio; dalla metà del Seicento fino al 1770 è dei De Franchi e nel 1798 dell’ecclesiastico Giuseppe Pittaluga.
Nel corso dell’Ottocento e del Novecento vi furono ulteriori passaggi di proprietà (dai Ghiglino ai Musso e infine alle Suore Missionarie del Sacro Cuore) e l’edificio col terreno subì grandi trasformazioni e lottizzazioni divenendo in un primo tempo una scuola ed in seguito un ricovero per anziani. Durante la Seconda Guerra Mondiale il palazzo venne gravemente danneggiato ed è in seguito ricostruito alterandone però la struttura interna d’epoca.
Attualmente il palazzo non è accessibile poiché sono in corso dei restauri e se ne attende una futura destinazione dopo anni di chiusura e incuria, ma una volta conclusi i lavori sarebbe auspicabile che si potesse aprire alle visite durante le giornate di accesso alle ville o alle giornate dei Rolli Days, offrendo in questo modo una conoscenza sempre più capillare dei beni storico artistici e dei monumenti del territorio.